L'Unita 30.11.2007

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Dean Reed, Elvis Presley al di là del Muro

TORINO FILM FESTIVAL

Abbiamo visto un film stranissimo dedicato a un personaggio stranissimo: era un americano di sinistra che riparò in Urss e divenne l'idolo rock delle masse sovietiche...

di Alberto Crespi/Torino

Il rock'n'roll può ancora essere rivoluzionario? Probabilmente no, ma a giudicare da alcuni film del Torino Film Festival la sua carica eversiva non è del tutto spenta. Altrimenti non si spiegherebbe perchè in "L'arte del pensiero negativo", film politicamente scorrettissimo che mostra quanto possono essere insopportabili i portatori di handicap, le canzioni di Johnny Cash facciano da filo rosso a una commedia nera che provoca sghignazzi là dove altri film farebbero piangere. Presentato in concorso, questa opera prima del norvegse Bard Breien è solo uno dei capitoli di una storia subliminale del rock'n'roll raccontata in numerosi film visti a Torino. Oggi ve ne raccontiamo altri due, entrambi documentari: "Der Rote Elvis" di Leopold Gruen (Germania) e "The Future Is Unwritten" de Julien Temple (Gran Bretagna). I nomi de Dean Reed e di John Graham Mellor vi dicono qualcosa? Dovrebbero. John Graham Mellor è il vero nome di Joe Strummer, il cantante/leader dei Clash morto a soli 50 anni nel 2002: Temple, già autore di due fondamentali film sui Sex Pistols, gli ha dedicato con "The Fututre Is Unwritten" ("Il futuro non è scritto") una biografia stupefacente per accuratezza, coinvolgimento e ricchezza di materiali. Dean Reed è il secondo Reed americano che ha conquistato il communismo: se John Reed - l'autore di "I dieci giorni che sconvolsero il mondo" - si era addirittura meritato la sepoltura nel Cremino, Dean Reed è stato ancora più famoso di lui per la sua scelta di portare il rock'n'roll nel Patto die Varsavia. "Der Rote Elvis" ("L'Elvis rosso") è la sua storia, anch'essa costruita su una ricchissima documentazione fatta di interviste e di materiali di repertorio.

Il film su Strummer è della Ripley, che lo farà uscire in Italia nel 2008; quello su Reed è di produzione tedesca - entrambi i film erano in febbraio al festival di Belino, quello di Temple proveniente dal Sundance - e sarebbe bello se qualche tv italiana gli regalasse una chance.

Per noi italiani Dean Reed è un volto nella folla intravisto in un pugno di film di genere degli anni 60 e 70: "Dio li crea io li ammazzo", "I nipoti di Zorro", "Il diario proibito di Fanny", "La stirpe di Caino" e soprattutto l'interminabile "Indio Black, sai che ti dico: sei un gran figlio di...", dove è co-protagonista a fianco di Yul Brynner. Ma per le masse populari della Rdt - suo paese d'adozione - e di tutto il blocco sovietico era l'americano che aveva scelto il communismo, e che portava il rock'n'roll e i vestiti da cowboys nelle loro case.

In realtà, ben prima di scegliere il lato sbagliato del Muro e di stabilirsi a Berlino Est (dove ha avudo due mogli e un figlio, e dove è morto in circostanze misteriose nel 1986), Reed era divenuto una star in America Latina, dove la sua militanza politica contro le varie dittature locali lo aveva reso "persona non grata": nel '66 fu espulso dall'Argentina e finì a Roma, dove visse il suo periodo-spaghetti western. Tornò in pompa magna in Sudamerica all'inizio degli anni 70, come amico personale e sostenitore di Salvdor Allende (la figlia di presidente è fra gli intervistati nel film); dopo il golpe del 1973 riparò in Germania Est, dove il suo status di divo raggiunse vertici impensabili. In quanto "esule" dagli Usa, tutto gli era permesso: di fatto fu l'unico cantante rock "legale" in paesi dove i dischi di quella musica degenerata circolavano solo in un floridissimo mercato nero.

"Der Rote Elvis" racconta la sua vita in un miracoloso equilibrio di privato & politico, intervistando le sue mogli (e anche qualche amante) fianco a fianco con ex pezzi grossi del partido, come Egon Krenz. Ne esce un ritratto tenerissimo: almeno a giudicare da questo film, Reed era un sincero, un americano di sinistra che criticava aspramente la politica del suo paese ma aveva sempre la bandiera a stelle e strice in casa, ovunque andasse; e nella Rdt credette di verdere un'utopia, non l'incubo orwelliano di spionaggio capillare che oggi ben sappiamo.

Quando morì stava progettando di tornare negli Usa per produrre e interpretare un film sugli scontri di Wounded Knee 1973, fra i militanti indiani i l'Fbi. La sua morte è un sospetto suicidio, e l'unica cosa certa è che Reed stava per fare qualcosa - il ritorno in patria, il film sul genocidio dei nativi americani - che sarebbe stato sgradito su entrambi i lati della cortina.

Anche Joe Strummer era una "persona no grata" a molti. Anche solo per la sua vita: rampollo della upper class britannica, nato ad Ankara in Turchia in quanto figlio di un diplomatico, a 22 anni era uno dei militanti più in vista del movimento degli squatters, gli occupanti abusivi delle case abbandonate di Londra. La sua rabbia punk veniva da lontano e ne ha fatto, per tutta la sua breve vita, un uomo "contro". Riparleremo di "The Future Is Unwritten" quando uscirà in Italia, sappiate che è un film imperdibile.

DEAN REED, der Elvis Presley jenseits der Mauer

TURIN FILM FESTIVAL

Wir sahen einen seltsamen Film, der einem seltsamen Menschen gewidmet ist: einem sozialistischen Amerikaner, der Zuflucht in der UdSSR suchte und dort zum Rock'n'Roll Idol des sowjetischen Volkes wurde...

von Alberto Crespi/Turin

Kann Rock'n'Roll noch revolutionär sein? Wahrscheinlich nicht, aber im Vergleich mit anderen Filmen des Turiner Festivals ist eine subversive Tendenz nicht auszuschließen. Andernfalls wäre es nicht zu erklären, warum in dem politisch nicht korrekten Film "Die Kunst des negativen Denkens", der zeigt, wie unerträglich Behinderungen sein können, sich die Lieder Johnny Cashs wie ein roter Faden durch diese schwarze Komödie ziehen, die uns dort zum Lachen bringt, wo andere Filme uns zum Weinen bringen würden. Der auf dem Festival gezeigte Debütfilm des Norwegers Bard Breien ist nur eine Facette von mehreren Filmen, die sich mit Rock'n'Rock beschäftigen. Heute berichten wir Ihnen von zwei weiteren Dokumentarfilmen: "Der Rote Elvis" von Leopold Grün (Deutschland) und "The future is unwritten" (die Zukunft ist ungeschrieben) von Julien Temple (Großbritannien). Sagen Ihnen die Namen Dean Reed und John Graham Mellor etwas? Sie sollten. John Graham Mellor ist der richtige Name von Joe Strummer, dem Sänger und Bandleader von "The Clash", der 2002 im Alter von nur 50 Jahren starb. Temple, bereits Autor von zwei wichtigen Filmen über die "Sex Pistols" hat ihm mit dem Film "The future is unwritten" eine Biografie von erstaulicher Genauigkeit gewidmet, mit einem Reichtum und einer Vielfalt an Material. Dean Reed ist der zweite amerikanische Reed, der den Kommunismus besiegt: Wenn John Reed, der Buchautor von "Zehn Tage, die die Welt erschütterten" schon ein Begräbnis im Kreml verdient hat, so hat Dean Reed noch größere Berühmtheit dafür erlangt, dass er den Rock'n'Roll in den Warschauer Pakt brachte. Der "Rote Elvis" zeichnet seine Geschichte nach, ein Dokumentarfilm mit einer Vielfalt an Interviews und Archivmaterial.

Der italienische Film über Strummer stammt von Ripley aus dem Jahre 2008, der Film über Dean Reed ist eine deutsche Produktion; beide waren im Februar auf der Berlinale zu sehen, der Beitrag von Temple auf dem Sundance Festival; und es wäre schön, wenn er auch im italienischen Fernsehen eine Chance bekäme.

Für uns Italiener ist Dean Reed ein bekanntes Gesicht aus einer Handvoll Filme der 60er und 70er Jahre: "Bleigericht", "I nipoti di Zorro", "Il diario proibito di Fanny", "La stirpe di Caino" und vor allem der unvergängliche Film "Adios, Sabata", in dem er neben Yul Brynner die 2. Hauptrolle spielt. Aber für die Massen seiner Wahlheimat DDR und den gesamten Ostblock war er der Amerikaner, der den Kommunismus gewählt hatte und den Rock'n'Roll und die Kleidung der Cowboys in ihre Häuser brachte.

In Wirklichkeit war Dean Reed schon lange, bevor er die falsche Seite der Mauer wählte und sich in Ost-Berlin niederließ, (wo er zwei Ehefrauen und einen Sohn hatte und 1986 unter ungeklärten Umständen ums Leben kam), ein Star in Süd-Amerika geworden, dessen politisches Engagement gegen verschiedene Diktaturen ihn zur unerwünschten Person gemacht hatten; er wurde 1966 aus Argentinien ausgewiesen und ließ sich eine Zeitlang in Italien nieder, wo er mehrere Spaghetti-Western drehte. Anfang der 70er Jahre kehrte er mit großem Pomp nach Süd-Amerika zurück, als persönlicher Freund von Salvdor Allende, den er im Wahlkampf unterstützte (der Film zeigt ein Interview mit Allendes Tochter), nach dem Putsch von 1973 kam er nach Ost-Deutschland, wo sein Ruhm unerreichte Höhen erklomm. Als "Exil"-Amerikaner konnte er sich alles erlauben. ER war der einzige "legale" Rock'n'Roll-Sänger in den Ländern, wo die Schallplatten entarteter Sänger nur auf einem blühenden Schwarzmarkt erhältlich waren.

Der "Rote Elvis" erzählt mit einer Ausgewogenheit von seinem privatem und politischem Leben, mit Interviews seiner beiden Frauen und seiner Geliebten, Seite an Seite mit Größen aus der Politik, wie Egon Krenz. Der Film zeichnet ein gefühlvolles Porträt: dem zufolge war Dean Reed ein aufrechter, linker Amerikaner, der zwar die Politik seines Landes aufs heftigste kritisierte, aber zu Hause hing stets die amerikanische Flagge, wo immer er lebte. Er glaubte an einen blühenden Sozialismus in der DDR, eine Utopie und nicht der Orwellsche Alptraum, den wir aus der Geschichte kennen.

Als er starb, war die Planung seines Films als Dehbuchautor und Hauptdarsteller über den Völkermord des FBI an den Indianern 1973 bei Wounded Knee weit fortgeschritten. Sein Tod soll Selbstmord gewesen sein, aber das einzige, was sicher ist, er wollte in die USA zurückkehren, was durch den kritischen Film auf beiden Seiten des Eisernen Vorhangs zu Schwierigkeiten geführt hätte.

Für viele Menschen war auch Joe Strummer eine "Persona non Grata". Schon allein durch seine Biografie, ein Sohn der Upper class in Großbritannienn, geboren in Ankara/Türkei als Sohn eines Diplomaten, später wurde er einer der bekanntesten Aktivisten der Londoner Hausbesetzerszene. Sein zorniger Punk hat ihn Zeit seines kurzen Lebens zum Rebellen gemacht. Wir werden nochmals über den Film "The future is unwritten" sprechen, wenn er in Italien erscheint. Seien sie versichert, der Film ist ein "Must" (den man sehen muss).

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Letzte Änderung: 2011-05-23